Era il 1984 quando i botteghini di tutto il mondo furono messi letteralmente sottosopra da Terminator, secondo lungometraggio creato da un regista che aveva esordito due anni prima con il secondo episodio della serie Piranha. Ciò che James Cameron propose al pubblico, a fronte di un budget in realtà abbastanza modesto, fu una visione inedita e terrificante del mondo all'alba del XXI secolo, un futuro post-apocalittico oscuro e tetro come fino ad allora non si era mai visto. Il regista canadese mostrò come la civiltà umana fosse stata spazzata via dai cyborg, quelle macchine, quell'intelligenza artificiale, che aveva creato per proteggersi, per aumentare il proprio arsenale. Ed inviato indietro nel tempo, per uccidere sul nascere (letteralmente) il leader della futura resistenza della razza umana, fu mandato lui: il Terminator.